“Fontana ritiri la firma da quella lettera”, è la prima delle richieste che il Gruppo regionale del Pd ha fatto questo pomeriggio, durante l’audizione in Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera con l’assessore agli Enti locali Sertori, a proposito del documento sottoscritto dal presidente regionale, assieme al suo omologo del Canton Ticino, il 30 aprile sull’imposizione fiscale dei frontalieri. “E si facciano subito le audizioni con i sindacati e il presidente dell’ Associazione Comuni italiani di frontiera”, hanno aggiunto Angelo Orsenigo e Samuele Astuti, consiglieri regionali del Pd e componenti della Commissione, depositando immediatamente la richiesta.
“L’attuale maggioranza che governa Regione Lombardia ha dimostrato di voler rivedere da subito l’accordo del 1974, peggiorandolo, come per altro ha ribadito il sindacato Ocst in un suo comunicato – ha ribadito Orsenigo durante la conferenza stampa che ha tenuto, assieme ad Astuti e al senatore varesino Alessandro Alfieri, al termine della seduta –. Grazie al nostro parlamentare Alfieri abbiamo scoperto l’esistenza della lettera in cui Fontana e Vitta chiedono di intervenire con urgenza sull’accordo parafato nel 2015. Lo abbiamo denunciato pubblicamente e abbiamo chiesto di ascoltare Sertori che, prima ci ha risposto che non avevamo capito, ora, in maniera sorprendente, è venuto in Commissione a dire non è come sembra, ma sostenendo tutto e il contrario di tutto. A questo punto, non ci rimane che invitare il presidente Fontana a tornare sui suoi passi e i consiglieri del territorio a sostenerci in questa richiesta”.
Non solo, ha fatto presente Astuti: “Nella lettera si citano Province, sindacati, Comuni di frontiera, ma questi attori sono rimasti tutti basiti perché non ne sapevano nulla e non erano stati minimamente interpellati. Deve essere uno spunto di riflessione perché o tutti quelli che l’hanno letta non l’hanno capita o è scritta oggettivamente male. E primi fra tutti sono stati i frontalieri a non comprenderne il senso, anche perché, letta così dice cose oggettivamente gravi: ad esempio, invita le rispettive autorità centrali a trovare una soluzione per uscire dall’impasse, usando avverbi come ‘rapidamente’, mentre Sertori oggi è venuto a dirci che non c’è fretta”.
Per Alfieri, intervenuto in remoto alla conferenza stampa in streaming, “li abbiamo colti con le mani nella marmellata, per questo l’assessore lombardo era in imbarazzo. E abbiamo fermato il tentativo della Lega di far gestire alla Regione i soldi dei ristorni. Insomma, a Roma lavoriamo per far ripartire l’economia di frontiera, per permettere ai congiunti che vivono a cavallo del confine di rincontrarsi, cosa possibile da ieri, siamo riusciti a far avere ai Comuni i ristorni in tempi record, cioè facciamo i fatti. In Lombardia pensano alle sceneggiate sulla pelle dei nostri lavoratori di confine, non poco preoccupati, in questi giorni. Lega e alleati hanno sbagliato, dovevano chiedere scusa, invece cercano di rivendicare lo stesso le loro azioni. Adesso non è il momento di negoziare su questi temi, ma quello di pensare all’economia dei nostri territori di frontiera”.
Milano, 4 giugno 2020