Servono più risorse. Regione non costringa le famiglie a scegliere tra assistenza e scuola
“Non costringiamo le famiglie a scegliere se accedere alla misura di sostegno o privilegiare il diritto allo studio”, è la sintesi del pensiero del Gruppo regionale del Pd a proposito del programma operativo regionale per la non autosufficienza e in particolare della Misura B1 per i disabili gravi, tema trattato ieri in consiglio regionale, grazie a un’interrogazione dei dem.
“Si tratta di un contributo che ha avuto successo, ma nel tempo ha visto diminuire l’importo erogato alle persone che ne sono state beneficiarie – spiega il capodelegazione del Pd in Commissione sanità, Samuele Astuti –. La Misura B1 è finalizzata a garantire la permanenza al domicilio e nel proprio contesto di vita di chi ha una disabilità grave o gravissima e si concretizza nell’erogazione di un contributo mensile concesso a titolo di riconoscimento dell’assistenza fornita da parte del caregiver familiare o del personale di assistenza impiegato. Il contributo mensile si compone di un buono a quota fissa pari a 600 euro, che può essere incrementato dai 3 ai 500 euro. Ma è anche previsto che il buono integrativo venga meno se la persona con disabilità frequenta per più di 14 ore servizi scolastici o centri diurni. E questo lede le persone interessate sia nel diritto allo studio, sia nella possibilità di sviluppare percorsi di vita inclusivi, risultando indiscutibilmente discriminatorio”.
Astuti sottolinea che “nel 2021 sia la quota fissa che la variabile, a seconda delle ore, debbano essere riviste e vada rimossa o rimodulata la soglia delle 14 ore, appunto perché non ci può essere in famiglia un dilemma nella scelta tra il diritto all’assistenza e il diritto allo studio, entrambi riconosciuti costituzionalmente”.
E di fronte alla domanda alla Giunta se non ci sia modo o intenzione di incrementare le risorse, l’assessore alla Disabilità Locatelli ha ricordato che le risorse arrivano per 90 milioni di euro dallo Stato e per 23 dalla Regione, che sta facendo uno sforzo ulteriore per soddisfare le domande, in particolare per i disabili gravissimi. “In sostanza- conclude Astuti- ci ha dato ragione e ha accolto il nostro appello a cercare di andare incontro ancora di più alle famiglie. Dunque, ci aspettiamo che agisca presto in questo senso. Inoltre, abbiamo sollecitato la Giunta a tener conto anche della particolarità di questi anni di pandemia, e a incentivare l’assistenza domiciliare, su cui siamo davvero indietro in Lombardia”.
Milano, 3 marzo 2021