Frontalieri: la Regione ha commesso un errore, ora sostenga coloro che affrontano la crisi Covid
“La Regione Lombardia ha fatto un passo falso, mettendo prima gli interessi svizzeri di quelli dei lavoratori lombardi frontalieri, ma ora bisogna tornare a ragionare seriamente, ognuno per le proprie competenze e responsabilità.”
Così commentano i consiglieri regionali del PD Samuele Astuti e Angelo Orsenigo dopo la riunione della commissione speciale “rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera” del Consiglio regionale, riunitasi ieri a Palazzo Pirelli per ascoltare le considerazioni dei sindacati e dell’associazione dei comuni di frontiera. L’audizione era stata chiesta dal Partito Democratico in seguito alla lettera in merito all’imposizione fiscale dei frontalieri, firmata ad aprile dai presidenti della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e del Canton Ticino, Christian Vitta.
“Ieri è stato ribadito – dichiarano Astuti e Orsenigo – che la Regione ha sbagliato ad intervenire sulla materia fiscale. I diritti dei nostri lavoratori non possono essere comprati o venduti, come invece era pronta a fare la Regione con la lettera dello scorso aprile: un documento firmato in piena emergenza Coronavirus per nascondere la pugnalata sferrata alle spalle di tutte le comunità e le amministrazioni di frontiera e per accaparrarsi avidamente una fetta dei ristorni in cambio di una resa totale alle richieste svizzere. La Regione Lombardia, invece, ha responsabilità importanti che dovrebbe esercitare nel promuovere politiche a difesa dei lavoratori frontalieri che stanno soffrendo pesantemente per l’emergenza Covid, con mille licenziamenti già avvenuti su un contingente di 68mila e previsioni fosche per il mese di settembre. La Regione deve anche vigilare con maggiore costanza sulla condizione lavorativa di questi cittadini lombardi, anche con un apposito osservatorio, come chiesto dai sindacati, oltre che attraverso la propria commissione, e deve chiedere con forza che a livello nazionale giunga a conclusione il lavoro in atto presso il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e il Ministero degli Affari Esteri per l’approvazione dello Statuto dei Frontalieri, così da garantire i diritti sociali di questa categoria di lavoratori. Sempre a livello regionale, è importante stringere la collaborazione con il Canton Ticino, senza però essere succubi delle posizioni dei nostri vicini. Un esempio importante è il programma di cooperazione transfrontaliera Interreg che gode di un ampio finanziamento europeo e che nell’attuale situazione diventa ancor più prezioso: non devono però ripetersi episodi come quello di dicembre 2019, quando un progetto di collaborazione in materia di mercato del lavoro, denominato GETIS e proposto dai sindacati italiani e svizzeri, è stato escluso dai finanziamenti Interreg per l’opposizione unilaterale del Canton Ticino, episodio su cui come PD avevamo presentato un’interrogazione alla giunta regionale ricevendo risposte insoddisfacenti.”
Milano, 26 giugno 2020