Consiglieri pendolari: noi che il treno lo prendiamo, diciamo che non bastano le chiacchiere
Andare e venire dalla propria casa al Pirellone prendendo il treno: molti consiglieri del Gruppo regionale del Pd lo fanno già. “Per chi viene dalle province più lontane è sempre meglio che ore e ore di auto – fa sapere il capogruppo Fabio Pizzul –. Era così per i consiglieri delle scorse legislature, continua a valere lo stesso principio per quelli appena eletti. Piuttosto, dovrebbe essere il presidente, assieme all’assessore ai Trasporti, a salire qualche volta su un treno dei pendolari: le belle parole vanno bene fino a un certo punto e le buone intenzione sono apprezzabili. Poi ci vogliono i fatti. E i fatti spesso si fanno solo dopo aver provato sulla propria pelle cosa significa vivere le situazioni di disagio”.
Ne sanno qualcosa, appunto, molti consiglieri democratici.
Samuele Astuti sale a Malnate, dove è ancora sindaco: “Per anni ho fatto il pendolare e oggi che sono diventato consigliere regionale, ho ricominciato a prendere il treno. Lo faccio volentieri, a meno che appuntamenti non conciliabili con gli orari del trasporto pubblico me lo impediscano. Ma invito il presidente Fontana, anche lui per molto tempo primo cittadino come me, a venire a Malnate per provare a salire sul treno per Milano: oltre a tutti gli altri problemi, infatti, c’è anche quello, grave e pesante, del sovraffollamento. Si viaggia regolarmente in piedi ed è la prima fermata dopo Varese”.
Al momento non ha ancora iniziato a prendere i treni da Crema, come faceva il suo predecessore Agostino Alloni, che per i pendolari ha fatto battaglia per tutti gli anni del suo mandato. Ma una volta definiti i tempi delle sedute di consiglio e avviate le commissioni, anche Matteo Piloni lo farà: “Da studente utilizzavo il treno quotidianamente e i problemi dei pendolari li conosco bene. Sabato scorso ho partecipato a una loro iniziativa e proprio martedì ho consegnato all’assessore Terzi dei documenti da parte loro”.
Anche Gian Antonio Girelli, da 7 anni, è abbonato al treno che prende a Brescia: “Ma sulla linea che porta a Milano, nonostante l’alta velocità che avrebbe dovuto portare benefici alla circolazione di tutta la rete, la situazione anziché migliorare è peggiorata. E a farne le spese sono stati, manco a dirlo, i pendolari”.
Raffaele Straniero parte addirittura da Oggiono per raggiungere Lecco e poi Milano: “Esco da casa alle 7.30 e preferisco farmi la tappa in stazione a Lecco, magari per bermi il caffè, piuttosto che fare l’Oggiono-Milano che mi porterebbe via lo stesso tempo e con più disagi. Ma il vero problema è sulla seconda linea che parte dal lecchese, la S8 che fa tutte le stazioni: non c’è la certezza che il treno ci sia, è sempre in ritardo, il materiale rotabile è fatiscente”.
Patrizia Baffi prende il ‘Mantova’ a Codogno, alle 7.53, e incrocia le dita: “Annullamenti dell’ultimo minuto comportano dei sovraccarichi eccessivi e il viaggio si fa sempre, costantemente tutto in piedi, ma continuerò sempre a preferire la rotaia alla gomma”.
Gigi Ponti, da Cesano Maderno usa il treno da sempre, anche più volte al giorno e sottolinea“.
”Il problema non è quello di frequentare i treni, cosa che facciamo da sempre, ma di trovare soluzioni innovative per migliore condizioni che in molti casi sono molto pesanti in altri vanno meglio. Io mi sono candidato anche per portare un contributo proprio in questo ambito”.
Milano, 26 aprile 2018